RUBRICA #PRIMEDICOPERTINA: BECCACCIA

𝐁𝐞𝐜𝐜𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 è l’opera di Atelier Franco Bucci apparsa sulla copertina di D’A n. 67, nel 2007.

 

Nato a Colbordolo di Pesaro il 7 Marzo 1933, frequenta l’Istituto d’Arte Ferruccio Mengaroni di Pesaro e, nel 1953, ottiene il diploma di Maestro d’Arte nella sezione metalli. Dall’anno successivo insegna smalti su metalli nello stesso istituto, fino al 1968.
Nel 1954 fonda insieme a Paolo Sgarzini e Vladimiro Vannini il gruppo Mastro 3 – uno dei primi atelier in Italia a produrre oggetti in rame smaltato -, a cui si aggiunge successivamente Aldo Jacomucci. In questi anni Bucci ottiene i primi riconoscimenti personali, oltre ad avviare collaborazioni di lavoro con importanti artisti del periodo, fra cui l’architetto Ettore Sottsass e Arnaldo Pomodoro.
Nel 1961 fonda con Giovan Battista (Nanni) Valentini, Filippo Doppioni e Roberto Pieraccini, il Laboratorio Pesaro, centro di produzione artigianale per la ceramica e il rame smaltato.
Nel 1964 e nel 1965 vince due concorsi per l’esecuzione di pannelli in rame smaltato per la Banca Nazionale del Guatemala e per il Credito Ipotecario di Città del Guatemala.
Nel 1970 assume l’incarico di designer presso l’industria ceramica Villeroy & Boch di Mettlach, Germania insieme al suo amico ceramista e designer fiorentino, Federigo Fabbrini.
Nel 1972 assume l’incarico di designer presso il Gruppo Ceramiche Iris, dove conosce Gianni Sassi, art director del Gruppo; fra loro nasce una lunga amicizia che sfocerà in una serie di importanti iniziative e progetti, fra cui I piatti della poesia (1988): edizione a tiratura limitata di poesie impresse su un piatto piano. Partecipano a questa operazione alcuni tra i più importanti esponenti della letteratura, della musica e dell’arte d’avanguardia: Nanni Balestrini, John Cage, Juan Hidalgo, Jean Jacques Lebel, Walter Marchetti, Antonio Porta e Luigi Ballerini (il cui piatto, inedito, ha un disegno di Eliseo Mattiacci).
Nel 1981 è autore, insieme a Paolo Volponi, Franco Martelli e Mauro Tamburini (che realizza le fotografie), del volume Fratterosa dedicato alla storia della produzione popolare di oggetti d’uso in ceramica di questo piccolo paese in provincia di Pesaro e Urbino.
Nel 1987 inizia la sperimentazione e la ricerca tecnico-artistica per la realizzazione di lastre in ceramica monolitiche fino alla dimensione di metri 2×1, con impasto di sua invenzione registrato col nome di Ipergrès Monolite, ottenendo risultati pressochè unici al mondo.
Nel 1998 inizia una nuova esperienza: con il nome Atelier Franco Bucci apre una vecchia fonderia a Cattabrighe (vicino a Pesaro), un laboratorio e punto vendita di pezzi unici, piccole serie in ceramica e altri materiali.
Nel 2000 mette a punto un nuovo materiale chiamato Stonefire: impasto altamente pirofilo, resistente alla fiamma e agli shock termici, con il quale realizza una linea di pentole e bollitori. Parallelamente inizia un percorso di ricerca sulla porcellana, con la quale crea delle piccole tessere decorate a graffito, a pennello o a decalcomania, che utilizza per comporre mosaici.
Nel 2001, dopo un lungo e complesso progetto volto a tutelare e rilanciare le antiche radici di produzione di ceramiche d’uso a Fratterosa, realizza il Museo delle terrecotte di questo piccolo paese in provincia di Pesaro. Il museo, situato all’interno del restaurato ex convento di Santa Vittoria, è affiancato da una vera e propria scuola di ceramica, naturale complemento dell’iniziativa. Nel 2002, sulla base di alcune conversazioni avute con il professor Franco Bertoni, esperto delle collezioni moderne e contemporanee del Museo Internazionale delle ceramiche in Faenza, viene iniziata la redazione del libro “Franco Bucci in conversazione con Franco Bertoni” (edito postumo nell’ottobre 2004). Franco Bucci scompare a 69 anni il 4 maggio del 2002.