Realizzata nel 1957 in argilla refrattaria bianca, Vaso palla è l’opera di Aldo Londi apparsa sulla copertina de La Ceramica Moderna & Antica n. 286 del 2014.
Aldo Londi nasce a Montelupo Fiorentino nel 1911. Dopo aver interrotto gli studi alle scuole elementari, inizia giovanissimo a lavorare come apprendista ceramista presso la manifattura Fratelli Fanciullacci, sviluppando competenze tecniche nella decorazione e nella modellazione dell’argilla. Fin dagli esordi, la sua pratica si distingue per una spiccata attenzione alla forma e alla superficie, caratteristiche che diventeranno centrali nella sua ricerca artistica.
Dopo l’esperienza bellica e cinque anni di prigionia in Sudafrica, durante i quali continua a disegnare, scolpire e insegnare, rientra in Italia nel 1946. Nello stesso anno inizia la sua lunga collaborazione con la manifattura Bitossi, dove assume il ruolo di direttore artistico. Qui Londi avvia un processo di rinnovamento formale e tecnico della ceramica, coniugando la tradizione montelupina a uno sguardo moderno e progettuale.
Nel corso degli anni, la sua produzione si articola tra oggetti d’uso e forme scultoree, in un equilibrio costante tra artigianato e design. Le sue opere più celebri, come la serie Rimini Blu, esprimono una poetica materica fatta di incisioni, texture profonde e smalti intensi, che rendono ogni pezzo unico pur nella serialità. Parallelamente, sviluppa collezioni più minimali, come Arkitectura, incentrate su volumi essenziali e decori monocromatici.
Accanto all’attività progettuale, Londi contribuisce alla crescita della manifattura aprendo Bitossi al dialogo con architetti e designer internazionali. Significativa, in questo senso, è la collaborazione con Ettore Sottsass, da cui nasceranno oggetti che segnano l’incontro tra ceramica, architettura e linguaggio simbolico.
Negli anni successivi, Londi continua a sperimentare, introducendo nuovi materiali e tecniche, e mantenendo un ruolo attivo nella definizione della linea estetica dell’azienda. La sua ricerca, coerente e fertile, ridefinisce il rapporto tra ceramica, ornamento e funzione, ponendo le basi per una nuova visione della ceramica italiana del secondo Novecento. Fino agli ultimi anni di attività, rimane figura di riferimento per il dialogo tra tradizione e sperimentazione.
Aldo Londi muore a Montelupo nel 2003. Le sue opere sono oggi conservate in musei, archivi e collezioni private, e continuano a essere oggetto di studio e riedizione.