Sulla copertina del n. 50/51 di D’A nel 2003 è apparsa l’opera di Nedda Guidi Leo * Regulus (ubicazione: nord + 33°, sud – 6,5°, ovest 15h 00′, est 9h 20′).
Nedda Guidi nasce a Gubbio il 22 marzo del 1927. Si laurea in Filosofia all’Università di Urbino con una tesi su John Dewey.
Inizia la sua formazione artistica da autodidatta nelle botteghe ceramiche di Gualdo Tadino. A metà degli anni Cinquanta si trasferisce a Roma, dove apre un proprio laboratorio e frequenta il Centro di educazione artistica del Provveditorato agli studi. Negli stessi anni realizza le prime opere in ceramica, sperimentando forme plastiche tridimensionali, colori artificiali e smalti spessi.
Nel 1964 tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Numero di Roma. Espone una serie di lamine sottilissime in terracotta chiamate Fogli, lavorate con ossidi metallici e trattate come superfici materiche.
Dal 1965 inizia il ciclo dei Moduli, composizioni volumetriche costruite con elementi geometrici ripetuti. Nei primi anni Settanta approfondisce la ricerca sulla materia, eliminando gli smalti e sperimentando impasti colorati naturalmente. Nascono così le Tavole di campionatura, opere che documentano la composizione chimica degli impasti, il luogo e il momento della raccolta delle terre utilizzate.
Nel 1976 partecipa alla fondazione della Cooperativa Beato Angelico a Roma, primo spazio autogestito dedicato alle artiste donne. Nello stesso anno la Biennale di Gubbio le dedica una mostra antologica a cura di Enrico Crispolti.
Nel corso della sua carriera espone in Italia e all’estero, in sedi come la Galleria Numero di Firenze, la Galleria de’ Serpenti e la Galleria Rondanini di Roma, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino e in numerose esposizioni in Corea, Turchia, Giappone, Australia, Germania e Stati Uniti.
Nel 2015 la Galleria Nazionale di Roma presenta l’opera di Guidi all’interno della mostra Scultura ceramica contemporanea in Italia. Nel 2016 la Biennale di Gubbio ospita la prima retrospettiva postuma, a quarant’anni dalla mostra del 1976.
Muore a Roma il 13 aprile 2015.