RUBRICA #PRIMEDICOPERTINA: FRANTUME DI PALINURO

Realizzata nel 1982 in gres e argilla nera, Frantume di Palinuro è l’opera del celebre scultore Carlo Zauli apparsa sulla copertina n. 49 della rivista D’A.

 

Carlo Zauli nasce il 19 agosto 1926 a Faenza, in Emilia-Romagna, città da sempre legata alla tradizione ceramica. Dopo gli studi all’Istituto d’Arte per la Ceramica della sua città, si forma accanto a Domenico Rambelli, da cui apprende il valore plastico della materia e la tensione scultorea che segnerà tutta la sua ricerca artistica. Nel dopoguerra apre il proprio laboratorio a Faenza, dove inizia un percorso di sperimentazione che lo porterà a trasformare la ceramica da linguaggio artigianale a espressione scultorea autonoma.
Negli anni Cinquanta realizza le prime opere personali, in cui la tradizione della maiolica incontra un linguaggio contemporaneo e materico. Partecipa a numerose mostre nazionali e internazionali, imponendosi come una delle voci più originali del rinnovamento della ceramica italiana. La sua ricerca si concentra progressivamente sul valore plastico e tattile della superficie, sull’equilibrio tra forma e tensione interna, tra peso e leggerezza. Le opere di questo periodo, dalle forme chiuse e compatte, rivelano un profondo dialogo con la scultura contemporanea e con la natura, intesa come principio generativo e universale.
Negli anni Sessanta e Settanta l’artista raggiunge una piena maturità stilistica. Le sue “forme chiuse”, i “vasi paesaggio” e le “sculture bianche” esprimono una visione essenziale e meditativa, in cui la materia ceramica diventa strumento di introspezione e silenzio. Zauli espone in importanti rassegne in Italia e all’estero — dalla Biennale di Venezia alla Triennale di Milano — e ottiene riconoscimenti che ne consacrano il ruolo di protagonista nel panorama della scultura del Novecento.
Parallelamente all’attività artistica, svolge un intenso lavoro didattico e di ricerca, contribuendo a far conoscere la ceramica come linguaggio artistico contemporaneo. Il suo laboratorio di Faenza diventa un punto di riferimento per artisti, designer e giovani ceramisti, attratti dal rigore e dalla sensibilità poetica del suo approccio alla materia.
Negli ultimi decenni della sua vita approfondisce il rapporto tra arte, natura e spiritualità, realizzando opere sempre più monumentali, in cui la ceramica dialoga con la luce, lo spazio e il paesaggio. La sua poetica, sospesa tra equilibrio formale e energia vitale, rivela una costante tensione verso l’assoluto e l’essenza delle cose.
Carlo Zauli si spegne a Faenza il 14 gennaio 2002. Alla sua scomparsa nasce il Museo Carlo Zauli, con sede nel suo storico laboratorio, che oggi conserva e promuove la sua eredità artistica attraverso mostre, residenze e progetti contemporanei. La sua opera, riconosciuta a livello internazionale, continua a testimoniare la forza espressiva della ceramica e il valore poetico della materia come forma di conoscenza e di contemplazione del mondo.