Millennium è l’opera, in terracotta e smalto, realizzata nel 1999 da Mauro Andrea e apparsa sulla copertina del n. 78 del 2009 della rivista D’A.

Mauro Andrea nasce a Faenza nel 1954, da cui eredita un legame profondo con la tradizione ceramica della sua città natale. Formatosi in un contesto artistico vivace, apre il suo studio a Faenza nel 1975, iniziando a sperimentare con il disegno a china, la pittura ad olio e acrilico, e la scultura in ceramica e terracotta.
Negli anni Ottanta sviluppa una cifra stilistica originale, che chiamerà Arte Impura, una corrente che mescola elementi realistici e immaginari, sacro e profano. Le sue celebri “Madonne impure” – figure femminili in pose inusuali, spesso vestite di cappotti e gioielli – incarnano questa visione provocatoria e contemporanea.
Nel 1980, su invito di Franco Solmi, espone nella mostra Il lavoro felice, e poco dopo partecipa al Salon d’Automne di Parigi, dove presenta sculture in terracotta insieme a pitture. Nel 1981 realizza gli “idoli” in terracotta e oro, lavori che suscitano grande attenzione nella critica d’arte.
Insoddisfatto delle dinamiche locali, inizia a guardare oltre i confini di Faenza. Nel 1992 accetta la direzione artistica del reparto ceramico della Cooperativa Ceramica d’Imola, incarico che manterrà fino al 2000. Durante questo periodo, collabora con artisti internazionali e contribuisce a rinnovare la produzione ceramica dell’azienda.
Parallelamente, abbraccia la tecnologia: è tra i primi artisti a usare il computer “Michelangelo” come strumento espressivo, trasformando il digitale in un pennello moderno. Questo gli permette di produrre opere su scala monumentale, fino a quadri di grandi dimensioni che sfidano i limiti della pittura tradizionale.
Dopo il 2000, lascia l’attività ceramica per dedicarsi alla scultura in marmo e bronzo, continuando a esplorare temi religiosi con un linguaggio contemporaneo: le sue “Nuove Sante” portano segni di passione, fragilità e sacralità. Realizza inoltre opere pubbliche, come la fontana per Piazza Mirri a Imola (“Sembrerebbe il sussurro dell’acqua”) e installazioni su commissione per chiese e spazi urbani.
La vena poetica di Mauro Andrea si esprime anche nella sua produzione pittorica: le figure femminili che dipinge sono fragili, enigmatiche, illuminate da un’aura sospesa tra il quotidiano e il mistico. Nel tempo, ha collaborato con poeti (come Mario Luzi) e filosofi, e ha partecipato a mostre internazionali, da Miami a Tokyo, affermando la sua visione artistica senza compromessi.
Mauro Andrea si spegne a Faenza il 31 agosto 2010, lasciando un’eredità potente nel panorama dell’arte contemporanea. La sua opera resta un punto di riferimento per chi cerca una sintesi audace tra tradizione, tecnologia, spiritualità e provocazione.
