Realizzata nel 2002, Tracce di Albissola è l’opera in ceramica di Bruno Ceccobelli.
Bruno Ceccobelli nasce a Montecastello di Vibio nel 1952. Dopo aver trascorso l’infanzia a Todi, si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti, dove si forma sotto la guida di Toti Scialoja. Fin da subito si distingue per un approccio alla pittura fortemente simbolico, influenzato dallo studio delle filosofie orientali e delle dottrine esoteriche, come la teosofia e l’antroposofia, che alimenteranno in profondità la sua ricerca artistica.
Negli anni Settanta si stabilisce nell’ex Pastificio Cerere, nel quartiere romano di San Lorenzo, dando vita insieme ad altri artisti — tra cui Pizzi Cannella, Marco Tirelli, Nunzio e Giuseppe Gallo — al movimento della Nuova Scuola Romana, poi noto anche come “Scuola di San Lorenzo”. In questo contesto, Ceccobelli elabora un linguaggio pittorico personale, in cui l’astrazione si intreccia con la spiritualità e l’arte assume una funzione di trasformazione interiore.
La sua attività espositiva inizia precocemente, già nei primi anni Settanta, e prosegue ininterrotta in ambito nazionale e internazionale. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1984 e nel 1986, e alla Quadriennale di Roma nel 1996. Le sue opere sono presentate in importanti istituzioni e gallerie a Parigi, New York, Londra, Barcellona, Montreal e Tokyo.
Oltre alla pittura, si dedica anche alla scultura e alla realizzazione di interventi monumentali. Tra questi si ricordano il grande mosaico per la stazione della metropolitana EUR Fermi di Roma, realizzato nel 1999, e i portali bronzei del Duomo di Terni, commissionati per il Giubileo del 2000.
Dal 2005 al 2006 dirige l’Accademia di Belle Arti di Perugia, ma ben presto torna a concentrarsi esclusivamente sulla sua opera artistica, radicata in una visione dell’arte come percorso di elevazione spirituale. I materiali da lui prediletti — come piombo, cera, catrame, zolfo — diventano veicoli di significato, oltre che elementi plastici e cromatici.
Bruno Ceccobelli vive e lavora tra Todi e il mondo, continuando a interpretare l’arte come linguaggio universale e atemporale, rivolto a una dimensione etica e meditativa.